Te ne sei andata in punta di piedi, senza disturbare nessuno.
Strano ed insolito è il silenzio che aleggia ora tra quelle mura, in quella casa, dove tutto è rimasto immobile ed in attesa, dove noi ti aspettiamo ancora.
Quella cucina vuota, e quella sedia in attesa e quel tuo tenero sposo, anche lui in attesa.
Entrando, si ha la sensazione di doverti sicuramente trovare in un'altra stanza, di precipitare nei corridoi dell'adolescenza, quando ti muovevi tra una stanza e l'altra, dando ordini qua e là. Ti piaceva comandare e "urlare" forte i segni della tua presenza.
Ben presto, però, esaurito il giro della casa, non possiamo che accontentarci di ritrovarti in foto e nei preziosi pezzi che restano di te, quelli dei tuoi gesti quotidiani, del tuo io forte e impetuoso, inebriando ogni angolo e ogni cuore che si accosti a scorgerli. Quando arrivo in bagno, mi perdo nel profumo del tuo borotalco che ti aspetta ancora, dopo la doccia.
In attesa pure lui.
E così, in punta di piedi, non mi resta che abbracciare quella parte di te ancora in piedi, che ruggisce come un leone a cui hanno strappato via il suo cuore, ma che resiste e insiste e che continua a cucinare, a lavorare per lei come se lei fosse ancora là. E si scusa pure se il cibo non è buono come il tuo.
E così, in punta di piedi, restiamo là, in attesa, di quell'alba che possa addomesticare il nostro dolore, quell'alba che domenica mattina ci ha salutato, quasi beffarda, splendendo forte sull'azzurro mare.
:-(
RispondiEliminaC'è una cosa di quella mattina che non scorderò, la vista dell'alba sul mare...
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