Il flusso...

Il flusso dei pensieri di una mente è un turbinio di emozioni e di sensazioni.
Io osservo la realtà e la descrivo, così per come è filtrata attraverso i miei occhi, la mia mente, il mio cuore, così per come la vedo io.

giovedì 3 ottobre 2013

Ali di libertà...spezzate

Penso al mare oggi e alla sua immensità.
Quel mare che normalmente è sempre capace di accoglierci, farci sentire liberi, trasmetterci pace, in qualunque momento della giornata.
Capace di rimettere in armonia il nostro intimo con il mondo esterno con le sue onde, che sono ali di libertà per chi le ascolta.
Questo mare, soprattutto per un isolano, fa sempre parte del suo essere e ovunque vada, lo accompagna come una dolce musica, di intensità inaudita.
Oggi, come da anni ormai, il nostro mare è diventato per molti crocevia di speranze, di vita; una strada da imboccare per far dispiegare le proprie ali alla ricerca di libertà negate, in vari luoghi del mondo.
E così, il mare che da secoli è un canale che fa defluire navi, battelli, persone e merci è diventato non più un luogo di scambio e di scontro, ma un luogo di battaglia per la sopravvivenza. E ahimè un luogo di morte.
Di strage. Sì, una strage.
Come quella che questa notte, l'ennesima, si è verificata tra le bellissime onde dell'Isola di Lampedusa.
Un mare bellissimo, immenso, infinito come l'amore di una madre ma incapace di accogliere nel suo ventre tutti i suoi figli.
Donne (molte incinte), bambini, uomini disperati. In fuga da situazioni di guerra, di lotta, di fame e miseria.
In fuga.
Ancora ricordo la bellissima immagine di qualche mese fa, quando al largo delle coste di Siracusa, i bagnanti avevano creato una catena umana per aiutare i migranti ad avvicinarsi alla costa per essere tratti in salvo.
E oggi, le scene di quelle scarpette vuote, simbolo di passi spezzati.
Purtroppo, a volte, la forza della generosità e dell'accoglienza, non sono sufficienti.
Ci vuole qualcosa di più. Ci vuole uno scatto. Un impegno serio ed efficace.
Quanti corpi dovremo ancora ricevere dal nostro mare prima di stancarci di guardare, di aspettare che "chi di dovere" faccia qualcosa?
Siamo stanchi di vedere il nostro mare continuare a mietere vittime. Donne, bambini, uomini disperati.
Siamo stanchi di recidere le ali della libertà di migranti in fuga.
Così come non ne possiamo più di assistere al rito dell'attesa. Migranti  lasciati in attesa nei centri di  identificazione e di accoglienza per i richiedenti asilo.
Penso al mare oggi e alla sua immensità. E alla sua incapacità di accogliere tutti e alimentare i sogni di libertà di migranti in fuga. Donne, bambini, uomini, disperati. Purtroppo.
Non riesco a pensare ad altro.