Il flusso...

Il flusso dei pensieri di una mente è un turbinio di emozioni e di sensazioni.
Io osservo la realtà e la descrivo, così per come è filtrata attraverso i miei occhi, la mia mente, il mio cuore, così per come la vedo io.

venerdì 21 dicembre 2012

Quanto pesa un sogno?

Non avresti mai pensato che la tua valigia dei sogni fosse così pesante.
Così carica di libri.
Eppure, un giorno hai dovuto riempirla, facendo i conti con i vari tentativi degli ultimi anni, di svuotarne il contenuto.
Quanto pesa un sogno?
In quel momento, in cui hai messo un libro, anzi un codice sopra l'altro, hai faticato per allinearli, in modo da non spiegazzare le pagine, ne hai percepito tutto il peso.
Un fardello abnorme.
Volevi essere leggero, libero e felice e ti ritrovi a trascinare fino ad un carcere una valigia enorme, carica di sogni troppo pesanti.
Talmente pesante che ci è voluto l'aiuto del commissario "nemico-amico" per sollevarla su un tavolino traballante.
Ecco, traballante. In quei giorni, in un primo momento, mi sono sentita così.
Come se non bastasse, poi,  mi hanno separato da tutti i punti fermi del mio ultimo periodo.
E io, per natura, ho sempre avuto bisogno di punti fermi, di dosi di equilibrio miste ad un poco di follia.
Mentre tutti gli altri si accomodavano più o meno soddisfatti per la loro postazione, io ancora una volta, ero là da sola a lottare contro un fardello enorme. In un corridoio triste ed anonimo.
Era stato inutile cercare di sgonfiarlo, modellarlo, moderando calma e pazienza; per quanto facessi finta che non ci fosse, tornava sempre a farmi compagnia.
In quel momento, ho pensato, ancora una volta, che avrei dovuto lottare da sola.
Poi, si è proceduto alla dettatura.
In un attimo, ancora una volta, mi sono sentita più traballante.
Non doveva andare così pensavo.
Ero sicura, che in quel vortice di incertezze, avrei trovato qualche argomento amico.
E invece no. Ancora quel fardello.
Poi, come accade sempre, quando ti senti minacciato, ho cominciato a guardarmi intorno alla ricerca di familiarità.
A poco a poco, ho pensato che se non l'avessi trovata, avrei potuto cercarla comunque.
A poco a poco, il fardello ha cominciato a rimpicciolirsi.
La pesantezza ha lasciato spazio alla leggerezza.
Com'è successo?
È bastato guardarsi dentro e intorno.
E così mi sono aggrappata ai miei sogni che, in fondo, erano pure loro dei punti fermi. Desiderio di equilibrio misto ad un poco di fantasia e genialità.
E così è andata.
È bastato aggrapparsi ai sogni, allo sguardo rassicurante dei miei gladiatori preferiti che, ogni tanto, apparivano all'orizzonte quando staccavo lo sguardo da quel foglio bianco ma carico di sogni.
Ho pensato alle parole di qualche saggio, alla fatica di mio padre e di mia madre per offrirmi felicità, a mia nonna che non aveva avuto la fortuna di imparare a scrivere e a mio nonno che metteva una X quando firmava i documenti, dinanzi al mio stupore di bambina.
A tutte quelle ore trascorse in attesa nei corridoi dei Tribunali. Alle porte sbattute in faccia perché tu eri troppo poco per contare o era troppo tardi.
Ma anche al sorriso di chi mi accoglieva sempre con magnanimità.
E sono scivolata via, dimenticando quel fardello enorme.
Si un fardello.
Poi, mi sono svegliata e ho pensato che, per quanto possano sembrare pesanti o apparire come incubi, i nostri sogni vanno sempre vissuti. Sempre.
Ho rifatto la valigia. Stavolta meno carica di libri e con un pò di speranza in più.
L'ho riempita più che potessi. Stavolta, a mio piacimento.
E così, sono tornata ad essere leggera, libera e felice. Almeno per il momento.



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