Il flusso...

Il flusso dei pensieri di una mente è un turbinio di emozioni e di sensazioni.
Io osservo la realtà e la descrivo, così per come è filtrata attraverso i miei occhi, la mia mente, il mio cuore, così per come la vedo io.

martedì 30 ottobre 2012

Il partito se ne è andato. Non c'è più.

Il partito se ne è andato. Non c'è più.
Volete pur capirlo?
Si è volatilizzato, pur lasciando ancora qualche strascico e qualche politicante poco digeribile, con tutte le sue nefandezze, bugie, falsità, non democraticità.
Lo abbiamo cacciato per mettere al suo posto delle persone, quelle vere, quelle che hanno il coraggio di urlare "La mafia adesso può fare le valigie", che hanno il coraggio di concretizzare l'attivismo politico e socio culturale degli ultimi anni in rappresentanza collettiva, per venire ad abbracciare noi, esuli, girando in lungo e largo per la Sicilia e oltre il suo mare.
Dicono che non è cambiato nulla. Dicono che siamo e resteremo per sempre gattopardisti.
Guardatevi però nel profondo delle vostre coscienze e rifletteteci su.
L'amaro sapore di un appoggio elettorale (quello dell'UDC) ci ha tormentato per settimane.
Ci ha indotto a riflessioni varie e, a volte, ci aveva fatto giungere a conclusioni disperate.
Poi abbiamo detto no. Non possiamo.
Dobbiamo reagire, dobbiamo crederci ancora.
Dobbiamo credere in Lui e in loro.
Lui, l'uomo dalla biografia appassionante, che ha sempre lottato per rivendicare idee, valori, che si è sempre distinto per franchezza, onestà e determinazione.
L'uomo che ha urlato talmente forte e con profonda convinzione che "è meglio essere poveri ma onesti" da farci quasi dimenticare quel sgradito appoggio. L'uomo che ha sempre rifiutato gli "inciuci".
Loro, forza dirompente, capaci di trascinare folle in piazze cittadine e non, piazze di paesi dimenticati (tranne in periodo elettorale), senza né un cinema né un teatro, quasi senza più speranza.
E, invece, venerdì scorso, nonostante lo scetticismo e la diffidenza verso quel modo di fare attivismo così teatrale, sempre urlando e bombardando con tutti i pezzi di quella tragedia che è il nostro presente,  siamo scivolati via ad ascoltare e abbiamo scoperto tanta bella gente, che per passione civile e curiosità, era pure là, serena per la prima volta dopo tanto tempo. Ad ascoltare in piedi, con i bambini, i nonni, i genitori e gli zii.
E poi, dobbiamo ancora credere in Noi. Questo non dimentichiamolo mai.
Perché non c'è condanna più truce della diffidenza verso la realtà che ci circonda e dell'astensionismo.
Forse hanno dimenticato di considerare che se c'è stato tanto astensionismo è anche perché i nostri giovani, i miei amici e fratelli giovani, sono dovuti andare via per lavoro e per sperare in altro. Hanno messo le radici altrove. E non sono più tornati.
Perché qua erano semplici numeri dimenticati.
Forse hanno dimenticato che la Sicilia è la Regione che ha uno dei maggiori tassi di disoccupazione, in cui non ci stanno più servizi, in cui la maternità  va necessariamente accompagnata al non lavoro, in cui si stupiscono se hai bisogno di una borsa di studio per approdare nella favolosa Europa e in cui devi pagare 50 euro per un'analisi del sangue, perché per loro sei ricco.
Quindi, non ditemi che non cambia mai niente.
Perché, oggi per la prima volta dopo una vita, sono più felice di sentirmi rasserenata, anche se c'è molto e tanto da fare.
Oggi, la Sicilia è più europea.
E ripenso agli occhi commossi di tutti quegli ammiratori siciliani, italiani e d'oltralpe, che acclamavano con entusiamo le gesta di un uomo, approdato da Gela a Bruxelles, capace di parlare 3 lingue e non a gesti e fiero di farci sentirci siciliani, italiani, europei e non mafiosi.

Da "1984" di George Orwell:

"Un bel giorno il partito avrebbe proclamato che due più due fa cinque, e voi avreste dovuto crederci. Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il Partito. La visione del mondo che lo informava negava, tacitamente, non solo la validità dell'esperienza, ma l'esistenza stessa della realtà esterna. Il senso comune costituiva l'eresia delle eresie. Ma la cosa terribile non era tanto il fatto che vi avrebbero uccisi che l'aveste pensata diversamente, ma che potevano aver ragione loro. In fin dei conti come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?".



sabato 13 ottobre 2012

Books or not books..that is the question!


L'odore di un libro nuovo.
La magica ma nello stesso tempo materiale sensazione di toccare per mano storie nuove.
Tuffarsi nello scorrere impetuoso o lento di righe, pagine, interi volumi.
Affannarsi a correre in libreria alla ricerca della novità.
Trascorrere ore dietro ad un bancone ad osservare la gioia di chi è pronto ad incontrare nuovi amici e nuove realtà.
Mi chiedo cosa resterà oggi o più che altro un giorno futuro di tutto questo.
Quando sin da bambini si ridurrà tutto in un click. Quando alla leggerezza dei libri, che sarà pure un vantaggio per gli studenti, probabilmente si unirà la pesantezza di non riuscire ad aprirne nemmeno uno di libri.
Quando si cancellerà totalmente, perché succederà, la magia del "vecchio".
Succederà?
Porte aperte alla tecnologia, per carità. Ma se è pur giusto lanciarsi in nuove esperienze e sperimentazioni, è ingiusto parlare dei "cari vecchi libri" in termini di inutile nostalgia.
Sparirà quell'euforia di cui parlavo sopra e tutto sarà più meccanico, innaturale e forse anche i sogni nutriti da quelle pagine così vicine a noi se ne andranno con lei.
Certamente se certi progetti sono pensati in modo adeguato, uno dei vantaggi sarà forse quello di permettere  a tutti di beneficiare di libri e istruzione gratuita. Forse.
Intanto, apriamoci pure alle new entries ma non dimentichiamo il pregio e privilegio di continuare a cibarci dei cari vecchi e appassionanti libri cartacei!
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/10/13/news/l_ipad_e_l_iphone_al_posto_dei_libri_nella_classe_digitale_lo_studio_leggero-44429733/

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=GwfwirCJfu0


lunedì 1 ottobre 2012

Trafficati...


Il traffico dei bambini non interessa a nessuno.
Sulla carta e formalmente, i Paesi europei e non solo sono pronti a firmare e ad aderire a protocolli internazionali, promettendo, sul terreno di compiere azioni concrete di contrasto al traffico e allo sfruttamento dei bambini; poi in concreto, se ne infischiano.
Bambini sottratti alle famiglie per essere venduti e commerciati. Poi, affidati e cresciuti da altre famiglie.
Genitori lanciatisi alla loro ricerca per anni, invano (talvolta, familiari conniventi li hanno consegnati più o meno pacificamente).
Governi che credono di togliersi un tale peso dalla coscienza (sempre che i politicanti ne conservino un minimo), approvando  leggi di apparente contrasto e aderendo a protocolli, ma che poi, si ritengono soddisfatti di aver compiuto tutto il possibile, pubblicando rapporti e stilando stime di cifre su cifre, ancora cifre. Nel frattempo, i loro figli se ne vanno a spasso vestiti di amore scintillante d'oro e la sera fanno sicuramente ritorno  a casa.
Intanto, il numero dei bambini scomparsi si accatasta e assume la forma di un enorme traffico impossibile da controllare. E il numero delle famiglie monche cresce considerevolmente.
E si apre un circolo infinito di ricerca e di disperazione.
Mi ha colpito, il caso della Cina, ma è solo un esempio.
Pensate a tutti quei bambini in cui, ogni giorno, vi imbattete e che potrebbero essere oggetto di traffico.

http://www.courrierinternational.com/article/2012/10/01/enfants-disparus-une-tragedie-nationale