Il flusso...

Il flusso dei pensieri di una mente è un turbinio di emozioni e di sensazioni.
Io osservo la realtà e la descrivo, così per come è filtrata attraverso i miei occhi, la mia mente, il mio cuore, così per come la vedo io.

mercoledì 25 gennaio 2012

In punta di piedi...

Te ne sei andata in punta di piedi, senza disturbare nessuno.
Strano ed insolito è il silenzio che aleggia ora  tra quelle mura, in quella casa, dove tutto è rimasto immobile ed in attesa, dove noi ti aspettiamo ancora.
Quella cucina vuota, e quella sedia in attesa e quel tuo tenero sposo, anche lui in attesa.
Entrando, si ha la sensazione di doverti sicuramente trovare in un'altra stanza, di precipitare nei corridoi dell'adolescenza, quando ti muovevi tra una stanza e l'altra, dando ordini qua e là. Ti piaceva comandare e "urlare" forte i segni della tua presenza.
Ben presto, però, esaurito il giro della casa, non possiamo che accontentarci di ritrovarti in foto e nei preziosi pezzi che restano di te, quelli dei tuoi gesti quotidiani, del tuo io forte e impetuoso, inebriando ogni angolo e ogni cuore che si accosti a scorgerli. Quando arrivo in bagno, mi perdo nel profumo del tuo borotalco che ti aspetta ancora, dopo la doccia.
In attesa pure lui.
E così, in punta di piedi, non mi resta che abbracciare quella parte di te ancora in piedi, che ruggisce come un leone a cui hanno strappato via il suo cuore, ma che resiste e insiste e che continua a cucinare, a lavorare per lei come se lei fosse ancora là. E si scusa pure se il cibo non è buono come il tuo.
E così, in punta di piedi, restiamo là, in attesa, di quell'alba che possa addomesticare il nostro dolore, quell'alba che domenica mattina ci ha salutato, quasi beffarda, splendendo forte sull'azzurro mare.

domenica 15 gennaio 2012

Tutto sembra incredibile, quasi cinematografico.
Eppure, ieri un naufragio ha interrotto il lento procedere della nave dei sogni, carica di turisti, italiani e stranieri, adulti e bambini, proprio a pochi metri dal punto di approdo.
Sembra incredibile che proprio nel bel mezzo della cena, tutti questi passeggeri abbiano vissuto una situazione di improvviso vuoto e panico misti a paura e terrore. Dicono che di errore umano si tratta.
Ma ciò che turba è il pensiero della disperazione di questa gente, precipitata da un momento all'altro da spensierati momenti di "festa" o relax ad una situazione disperata di lotta per la sopravvivenza, di intrepido vagare e spostarsi da un punto all'altro della nave, senza sapere cosa fare e se farlo.
E tutto questo nel 2012. Non nel 1912, quando la risorse tecnologiche erano da considerarsi un solido miraggio delle generazioni future. E tutto questo a pochi metri dalla costa.
Tragico destino (beffardo, direbbero i superstiziosi da cui mi dissocio) di una nave dal battesimo non riuscito e dal viaggio mai più terminato.
Adesso, resta la speranza di riportare verso la terraferma, in vita, quei poveri dispersi che da più di ventiquattro ore, giacciono in balia delle onde.
Le vite perdute, di certo, nessuno potrà più restituircele. Per gli altri, resteranno i segni indelebili di un tragico viaggio da non ripetere mai più.
Beffardamente, ci torna in mente quella pubblicità di gente in lacrime per la crociera già passata.
Errare è umano (?), abbandonare la nave e dimenticare il proprio dovere è diabolico.

lunedì 9 gennaio 2012

Rivolta senza svolta...

Difficile non restare scossi dalle immagini girate in Tunisia nell'ultimo anno, trasmesse stasera da "Presa diretta", immortalanti una tragica lotta libertà/schiavitù vissuta in tre scenari differenti: la Tunisia tormentata dal regime prima, la Lampedusa sconcertata dalle lotte "consanguinee" poi e la nuova Tunisia, ora liberata ma senza sforzo abbandonata dai popoli civili o presunti tali, al suo "destino" elettorale.
Difficile non provar disgusto per la tragica corsa di uomini liberi ma ancora in catene, molti dei quali precipitati nell'abisso marino, privo di certi e solidi attracchi e senza più alcuna speranza di ritorno; difficile dimenticare quegli esseri umani  lanciati precipitosamente nella follia di una ricerca disperata di porti in cui attraccare, ma continuamente respinti. Respinti, perchè in possesso di un passaporto rilasciato con successo da un governo sciagurato, ma senza alcun valore per il resto del mondo nato libero e più fortunato.
Terre vicine, ma confliggenti: Lampedusa, ansiosa nel contrastare la macchia nera di fratelli tunisini sbarcati senza sosta e costretta a sopportare l'odio ostile dei suoi abitanti, inferociti e guidati da legislatori privi di senno, cui non basterà l'auspicato perdono del santo patrono a lavare la coscienza; la Tunisia, terra di uomini alla ricerca disperata di libertà e democrazia, uomini intelligenti, laboriosi, capaci di emozionarsi per l'impronta lasciata nel primo voto della loro vita. E l'abbandono di questa terra, neonata di rivoluzione, rimasta arida e  priva di stimoli di rinascita cruciale.
Difficile dire altro; vi consiglio solamente di guardare la puntata: