Il flusso...

Il flusso dei pensieri di una mente è un turbinio di emozioni e di sensazioni.
Io osservo la realtà e la descrivo, così per come è filtrata attraverso i miei occhi, la mia mente, il mio cuore, così per come la vedo io.

domenica 26 giugno 2011


Viviamo sommersi da stereotipi e compromessi.
A volte mi chiedo dove sia finita l'autenticità degli esseri umani.  Sembrano tutti più propensi a farsi la guerra e ad attaccarsi tra loro, piuttosto che sorridere, svelarsi e scoprire insieme il vero valore dell'amicizia.
Si è persa di vista l'essenzialità delle piccole cose, la gioia di vedersi, denudarsi, conoscersi. Tutto approda verso la superficialità e nulla di più. Ti sanno solamente "inquadrare" in base a come ti vesti, a quello che sembri, a quanto vali economicamente; sono pronti a fare un click per scoprire "tutto" su di te, sul tuo mondo o su quello che appare come tale. E il resto non conta nulla.
Per fortuna non son tutti così, ma gran parte delle persone che popolano questa società pensano solo a quantificare e mai a riqualificare.
Conosco esseri che nemmeno ti ascoltano e che credono di sapere tutto di te.
Solo perché non sei come loro, perché non vai in giro a ostentare il tuo ultimo acquisto o il tuo ennesimo " enorme" problema, magari inesistente, alla luce dei fatti o rispetto alla mole dei tuoi.
Viviamo sommersi dall'egoismo e nessuno sembra accorgersene. C'è gente che crepa perché non ha un lavoro, non ha famiglia, non ha amici e loro pensano solo a se stessi. Non tutti, ma in tanti.
É proprio vero, come disse Antoine de Saint- Exupéry che "i grandi amano solo le cifre".
Gli uomini del nostro tempo hanno può darsi bisogno di "essere addomesticati",  educati a "creare dei legami".
E allora mi tornano in mente quelle frasi, così autentiche e così attuali.

Dal libro "Il piccolo principe":
"I grandi amano solo le cifre.
Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: "Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?" Ma vi domandano: "Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?" Allora soltanto credono di conoscerlo".

domenica 19 giugno 2011

Tutti in piedi!

In questi giorni, mi sono ricordata di quanto sia importante non lasciarsi annebbiare la mente da problemi e malesseri e di come sia doveroso alzare la voce, tenere la schiena dritta e alzare la testa, soprattutto quando ti sembra tutto più difficile. Mi sono ricordata che non bisogna permettere a nessuno di piombare nei tuoi sogni per tranciarli e distruggerli.
Ricordata si, perché nel corso di questo mese, mi è sembrato che volessero farmi assopire nella loro caotica inerzia, dilaniando il mio essere e annientando tutte le mie difese. Perché si sa, chi ha una forte personalità, va reciso di tutte le sue energiche potenzialità, assopito e assimilato agli altri.
Del resto, in questi anni, come si è ripetuto più volte negli ultimi giorni, non aspettavano altro che continuare a creare dei "prodotti" tutti uguali, isolati e non pensanti che acconsentissero sempre a tutto.
E così, ci si aspettava che tutti questi "poveri" lavoratori in rivolta, perché rimasti senza alcuna risorsa, se non quella delle loro famiglie e dei loro cari, si appiattissero nel limbo dei loro problemi  e abbandonassero ogni capacità reattiva. Del resto, da quando gli operai, i saldatori o i pastori sardi sono coscienti ed esseri pensanti e parlanti? Da quando la nostra società li tiene in considerazione?
Così si credeva che quando un Ministro della Repubblica (più che altro mezzo) partecipasse ad un convegno, nessuno dovesse più osare porre delle domande, perché superflue, perché inutili, perché le voci "degli altri" non contavano più nulla.
E ancora, si pensava che quando l'Università di Palermo organizzasse un convegno sulle prospettive delle "carriere ONU" e si raggiungesse il numero "massimo" (per loro) di presenze nella storica aula magna di uno dei più bei palazzi della nostra città, gli "altri", quei poveri 20 giovani, giunti in ritardo non certo per scelta, nè per volontà, dovessero semplicemente accettare di aver trovato i cancelli chiusi, perchè "a causa di motivi di sicurezza", non c'era più spazio per loro.
Al massimo c'era sempre il sito da consultare; del resto un monologo, per giunta non vis-à-vis è sempre preferibile al dialogo. Crea meno problemi.
E in fondo si aspettavano che il geniale invito del Primo Ministro di andare a mare anzichè a votare, fosse accolto con gioia e con stupore e con consenso soprattutto.
E infatti gli italiani hanno detto si ma per dire no. E vorrei dire a chi ha creduto che la vera ribellione si attuasse col non-voto che è necessario vivere in una società democratica perchè si possa godere di diritti e che l'anarchia o l'astensione sono pure illusioni. Il referendum è uno degli strumenti di iniziativa popolare previsti dalla nostra Costituzione per garantire libertà di scelta e democrazia.
Allora smettete di fruire di quei pochi "servizi" offerti dalla società, spegnete il pc, il frigo, smettete di usare l'automobile e di pagare l'affitto, non acquistate nè vendete più nulla.
Uscite da questa società in cui pensate che non serva più a nulla votare.

sabato 4 giugno 2011

L'abbandono...

In questi giorni, da qualche settimana, un terrore sconcertante ha annebbiato le nostri menti e le nostre orecchie.  Quattro bambini, in pochissimo tempo, sono stati abbandonati in auto dai loro genitori o da un genitore soltanto.
Così i quotidiani e le tv hanno cominciato, come al solito, a bombardarci con excursus di profili ritraenti genitori "perfetti", ripetendo che si trattasse di buoni o bravi genitori.
Fino a stamattina, ho letto che due gemellini di 11 mesi sono stati abbandonati in auto dai genitori che erano talmente affrettati all'idea di andare a giocare alle slot machines, da dimenticarli là, in macchina.
Fortunatamente, una signora attirata dai pianti dei bimbi ha avvertito la polizia, impedendo il protrarsi di una tragedia.
Questa volta è andata bene, anche se nei confronti dei genitori è stato ovviamente aperto un procedimento per abbandono dei loro piccoli.
Altre volte, è andata male, perchè nessuno, proprio nessuno e tantomeno il genitore, si è accorto o semplicemente "ricordato" della precedente azione di abbandono.
Non serve a nulla commentare o criticare, ma è ovvio che queste gravissime tragedie ci lasciano allibiti.
Ci lasciano una sconvolgente sensazione di impotenza  e di rabbia, un susseguirsi di sofferenze e vuoto, perchè in questo caso non ci interessa affatto che si trattasse di un buono o cattivo genitore ma constatiamo con dolore la tragedia e non troviamo più parole, nè tantomeno lacrime.
Hanno anche detto che "Poteva capitare a chiunque".

Ma dico, vi rendete conto di quello che trasmettete?
Si dimentica un bambino e si pensa solo a scusare il genitore?

Cosa resta della nostra società se non siamo più in grado di arrabbiarci quando va male e di guardare alla realtà, quando non è comoda...Sono tragedie e non ci sono parole consolatorie.